Cosa dice la Bibbia in merito alla fede?
Fede, fides in latino, è ciò che normalmente definiremmo come l’accettazione di un messaggio basata su una realtà invisibile, ma che nella vita di ogni credente dovrebbe assumere un significato più ricco e profondo. Infatti, fede, che in greco è pistis, ricorre nel Nuovo Testamento ben 243 volte e nella lingua italiana viene spesso tradotta con fede, credere, confidenza, fiducia, fedele, fedeltà, lealtà, obbedienza. Questo perché fede è molto più che credere in qualcosa o in qualcuno. La fede che ci insegna la Parola di Dio è l’insieme di:
- CREDERE: fede inizia con il credere, credere in Dio e in quello che fa e dice
- FIDUCIA: Dio ti chiede, ti fidi di me?
- UBBIDIENZA: fede è una conseguenza dell’ubbidienza alla Parola di Dio
- ENTRARE IN AZIONE: fede è credere, fidarsi, ubbidienza messa in azione
- LEALTA’: la lealtà a Gesù è lo stato finale dove la fede può portarci
Credere
Tutti noi nutriamo delle convinzioni. Abbiamo la ferma speranza che la vita possa migliorare, siamo convinti di poter raggiungere traguardi significativi, crediamo nell’esistenza di Dio, siamo certi che un giorno avremo un buon lavoro, una casa accogliente, una famiglia amorevole e molto altro ancora. Ogni persona ha delle credenze, ma il semplice atto di credere non garantisce che queste cose si realizzeranno. Credere è un passo fondamentale perché rappresenta solo l’inizio del cammino della fede; credere spalanca le porte all’inaudito, ci regala la visione di ciò che potrebbe essere. Abramo fu un uomo che credeva fermamente, compì gesti che per il suo tempo erano rivoluzionari. Egli credette in un Dio invisibile, senza raffigurazioni, privo di statue e altari, ma vi credette perché ascoltò la voce di Dio. Abramo, prima di ogni altra cosa, prima di sviluppare una fede profonda, iniziò semplicemente con la convinzione di credere.
Fiducia
Una volta che abbiamo fede, questo ci conduce al passo successivo. Fidarsi è veramente complesso. Molti credono in Dio, ma non tutti riescono a fidarsi di Lui completamente. Questo è successo anche con Abramo; la sua fiducia è cresciuta con il passare del tempo. Affidarsi a Dio significa avere fiducia nei Suoi metodi, nei Suoi tempi e nei Suoi piani. Affidarsi significa consegnare a qualcuno qualcosa che per noi è prezioso, confidando che quella persona se ne prenderà cura senza farci del male. Dio ti chiede: <Ti fidi di ME ? Ti fidi che voglio fare del bene? Ti fidi che conosco te meglio di te stesso? Ti fidi della potenza del sacrificio di Gesù e che puoi accostarti a Me ogni volta che vuoi?> Affidarsi è un processo. Abramo, prima di fidarsi completamente di Dio, si affidò ai suoi schemi e stratagemmi, che però non funzionarono. Spesso, i credenti riconoscono che Gesù è il Messia, il Figlio di Dio, ma continuano a fare le cose a modo loro. La fede come fiducia è quella riposta in Gesù. Se confidiamo in cose effimere, la nostra fede sarà instabile, ma se poniamo la nostra fiducia in Gesù, la roccia solida, anche la nostra fede sarà stabile. Ti fidi? Se non ti fidi, non puoi obbedire.
Ubbidire
<<La fede viene dall’udire, dall’udire la Parola di Dio>> (Romani 10:17). La fede si attiva dall’udire e non dal vedere, proprio come l’esempio di Abramo ci insegna. È fondamentale essere in grado di ascoltare, poiché la fede comprende anche l’ubbidienza a ciò che Dio ci comunica. Ubbidire alla Parola di Dio è un’azione che segue il credere e il fidarsi. In Genesi 1:27, Dio diede un comando ad Adamo ed Eva <<siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate … su ogni essere vivente>>. L’essere umano deve impegnarsi e lavorare duramente per rispondere a questo comando. Dio spesso ci comanda di fare qualcosa che non sceglieremmo mai per noi stessi, e l’ubbidienza a quella parola, anche se contraria alla nostra volontà e a volte ci sembra assurda, ci porterà alla benedizione. Questo rappresenta il cuore del discepolo. La fede non si basa su un sentimento, ma è un’azione consapevole che scegliamo di compiere. Io prendo la decisione di fidarmi, fidarmi del fatto che Dio conosce ciò che è meglio per me e agire su quella fiducia attraverso l’ubbidienza. Senza ubbidienza, non c’è benedizione.
Entrare in Azione
Ubbidire è costoso, ci spinge ad agire e a rischiare. Giacomo nella sua lettera chiarisce che <<senza opere la fede è morta>> Abramo inizialmente credette, poi con Agar, Sara, Ismaele e Isacco imparò a fidarsi di Dio. Quando la sua fede fu messa alla prova, rischiò tutto agendo in obbedienza. Giacomo si riferiva a questo: la fede di Abramo fu completa solo quando agì in obbedienza alla Parola di Dio. La fede è azione, non solo pensiero o sentimento. Agire per fede è rischioso, potresti perdere tutto: comodità, beni, certezze. La fede non ha garanzie e spesso porta al fallimento. Pietro camminò sulle acque e poi affondò. Allora che facciamo? Restiamo fermi a rammaricarci? No! Ci rialziamo e prendiamo altri rischi. Dopo che Gesù tirò Pietro fuori dalle acque, i due camminarono di nuovo sulle acque, questa volta insieme. Ubbidire non è dire a Dio cosa faccio per te, ma cosa faccio con Te, non per ottenere qualcosa, ma per la nostra relazione con Dio. Quando rischiamo, realizziamo quanto dipendiamo da Lui.
Lealtà
La parola greca Pistis (fede) racchiude in un solo termine ciò che noi traduciamo come: fedele, fedeltà, obbedienza, credere, fiducia, confidenza e lealtà. Spesso non pensiamo che la fede includa anche lealtà e devozione. Il significato originale di vangelo, nel contesto greco-romano dei primi secoli d.C., è “buona notizia”. Inizialmente, il vangelo era proclamato dal popolo greco e romano per annunciare l’arrivo di un nuovo re. Questa era la buona notizia: un nuovo re, un nuovo regno, un nuovo impero con nuove leggi, monete ed editti. Gesù usa lo stesso termine per indicare che è Lui il Nuovo Vangelo. Matteo, Marco, Luca e Giovanni sono definiti Vangeli perché attraverso Gesù c’è l’inaugurazione di un nuovo regno. I magi, i pastori e gli angeli andarono a Betlemme per vedere l’arrivo del nuovo Re in Israele, il Re dei Re. Gesù annuncia la buona notizia di un nuovo regno: «Lo Spirito del Signore è sopra di me, poiché mi ha unto per evangelizzare i poveri; mi ha inviato per annunciare la liberazione ai prigionieri e il recupero della vista ai ciechi; per liberare gli oppressi, per proclamare l’anno accettevole del Signore». (Luca 4:18-19). Se il Vangelo è l’annuncio di un nuovo Re, come ti rivolgi al tuo Re? Ti rivolgi con lealtà e devozione. Non solo crediamo nel Re, ma gli mostriamo fiducia, fedeltà, lealtà, devozione e impegno.
Avere fede non è solo credere, ma anche avere fiducia, obbedire, agire prendendo rischi e dimostrare lealtà. Quella lealtà che vediamo nei tre amici di Daniele, consapevoli del fatto che Dio avrebbe potuto salvarli dalle fiamme della fornace, ma dissero: <anche se non ci liberasse, sappi, o re, che noi non serviremo mai i tuoi dèi> (Daniele 3:18). La fede è infine trovare nella nostra irremovibile e salda fiducia, la lealtà nei confronti del Re dei re.
A che punto ti trovi? Dove senti di essere adesso e cosa ti impedisce di fidarti, ubbidire e agire sapendo che forse perderai tutto? Se sei affondato come Pietro, non ti scoraggiare, poiché dopotutto Pietro camminò sulle acque. Molto spesso poniamo la nostra attenzione sulle cose che ci sono davanti, distraendoci invece dalle cose che non vediamo e sulle quali dovremmo focalizzarci. Vedo la tempesta, le onde, le conseguenze della mia pessima decisione, ma invece focalizza Dio che è lì, durante il viaggio, nelle tue scelte e che sa e conosce i rischi e che infine apprezza il sacrificio della tua ubbidienza.
Angela I.